giovedì 1 agosto 2019

Il quaderno

"Da quando avevo sedici anni" gli ho detto, "vado in giro con un quadernetto, un taccuino, un calepino. Mi viene in mente un pensiero che trovo curioso o gaio? Me lo segno. Dico una frase che mi piace? Me la segno. Mi salta in testa una possibile idea per un racconto? Me la segno. Sento un bel dialogo fra sconosciuti? Me lo segno. Leggo una bella frase? Me la segno Mi raccontano un aneddoto potente? Me lo segno. Mi sveglio la notte con un guizzo in testa? Me lo segno. Mi viene da commentare una scena di un libro? Me lo segno. E potrei andare avanti ore. Poi, la sera stessa o l'indomani, sviluppo ognuno di quei frammenti in una forma più precisa e metto da parte, come il fieno in cascina. In questo modo credo di aver riempito centinaia di quaderni e di fogli presi al volo (le poche colte che ero senza quaderno). Da allora, ogni volta che finisco un testo, pesco un elemento da quell'immenso deposito e lo sviluppo: romanzo, racconto, saggio, collage, pastiche, raccolta di stupidaggini, variazioni su un tema inutile. Comincia anche tu a seguire questo metodo e ti ritroverai con una miniera inesauribile di progetti pronti per prendere forma. Grazie a questo semplice metodo ho sempre un lavoro in corso e decine di lavori pronti, dato che i tempi editoriali sono più lenti dei tempi, pur rilassati, che questa modalità permette. Ho da parte una decina di romanzi finiti, sei o sette saggi di varia natura già conclusi, e mi diverto sempre. Quindi, amico mio, comprati subito un quaderno e comincia. Non ti annoierai mai più, sarai sempre impegnato e sarai sempre felice (proprio perché sei impegnato)".

mercoledì 24 luglio 2019

Cure palliative

So che molte persone tremano di spavento al solo sentir nominare le cure palliative, dato che le associano alla perdita di ogni speranza. Io, invece, le trovo sincere. Al contrario, ho il sospetto che quell'altra, la speranza, sia già di suo una cura palliativa. Così come tutte le cure, in un senso più ampio, sono palliative, dato che spostano soltanto di poco la data dell'esecuzione. Ma voglio andare ancora più in là. Anche le passioni e le idee mi appaiono spesso come cure palliative, giacché illudono di avere un futuro e un obiettivo. 
Insomma, in mancanza d'altro, viva le cure palliative.


domenica 23 giugno 2019

Onorate l'altissimo poeta

Arriva uno e mi dice: "Ma secondo te, Kafka oggi sarebbe pubblicato?"
Anziché rispondergli gli ho mandato Onorate l'altissimo poeta, il celebre racconto di Asimov.

                                               

venerdì 7 giugno 2019

Romain Gary

C'è poco da fare, più leggo Romain Gary, più la mia stima per lui cresce. Ora sto leggendo "Gli aquiloni" e procedo ammirato in attesa dei suoi guizzi di potenza leggera, dei suoi tocchi di maestria. Ma soprattutto, libro dopo libro, scopro che la sua prosa nutre così tanto da rendermi indifferente per giorni e a volte per settimane allo stucchevole e querulo cicaleccio del mondo e dell'attualità. Gary, con il suo fraseggio sfalsato e con le sue brevi impennate di genio, mi costringe ad abbandonare pigre abitudini mentali e nello stesso tempo mi allontana dalle noiose imprese dei miei contemporanei. 
Romain Gary ha il passo e lo stile di chi si confronta esclusivamente con l'eternità, non con le tendenze del giorno o con il piccolo teatrino della propria breve vita. Ma al tempo stesso fornisce con precisione, quando è necessario, i connotati delle canaglie, dei traditori dell'umanità.  


martedì 4 giugno 2019

Pontormo, il solitario

Pontormo, nei suoi diari, scrive che un giorno hanno bussato alla porta, ma siccome non sapeva chi ci fosse, lì dietro, non ha aperto e ha continuato a dipingere. 
Ecco, il bello di praticare un'arte è tutto interno al piacere di comporre, alla concentrazione che diventa una condizione di vita. Praticare un'arte fa prediligere la solitudine e induce a tenere a distanza l'attualità. E anche il suono di un campanello è attualità. 
Pontormo avrebbe gradito "Non mi toccare"?




lunedì 3 giugno 2019

Non mi toccare

Riprendo il mio blog, dopo un lungo silenzio, per accompagnare nel mondo il mio ultimo nato, il romanzo "Non mi toccare", un noir che inizia e finisce a Torino, passando per la Sardegna, per l'Islanda e per le isole Faer Oer. La protagonista è Susanna, ed è affetta da aptofobia, la paura di essere toccati. Susanna è un'isola, e cerca la fuga sulle isole. Ma il mondo non dà tregua né ristoro, si sa...


domenica 24 gennaio 2016

Le vite anteriori



Dal 26 gennaio 2016 in libreria